Come accade ogni volta che si verifica una tragedia, ci sono delle parti
della storia che restano al buio. Una di queste è il Comune di Montorio
al Vomano, frazione di 8.218 abitanti a 52 minuti da Rigopiano dove una
valanga ha preso in pieno un hotel. I fari sono spenti, e nelle zone
ricadenti nel comprensorio montano sono arrivati solo alcuni giornalisti
andati via poco dopo. Gli abitanti sono soli e lanciano un grido di
allarme.
«La copertura mediatica è praticamente nulla – ci spiega Cristiano
Catalini del Centro Operativo Comunale nella speranza che il messaggio
possa arrivare -, in quanto l'assenza di linea telefonica, elettrica e
connessione ci ha tagliati fuori dal mondo. Dalla mattina del 17 gennaio
siamo senza corrente e dal 19 senza linea telefonica. Siamo isolati da
tutto a livello di comunicazioni e innumerevoli famiglie risiedenti
verso le zone meno accessibili da una settimana si trovano sommerse da
oltre quattro metri di neve, nell'impossibilità di contattare soccorsi e
aiuti. I corpi speciali – spiega ancora il cittadino che tenta di
mantenere i contatti con il mondo esterno – stanno operando quasi
random, non avendo modo di sapere quali siano le famiglie in condizioni
critiche. Ad oggi risulta ancora isolata una frazione, i soccorsi stanno
cercando di aprire vie di accesso per verificare lo stato di salute
delle persone. Da quanto ci è stato riferito da quanti possono seguire i
media, l'attenzione su questa situazione così surreale è praticamente
nulla, concentratasi tutta sul drammatico evento di Rigopiano. Purtroppo
anche qui abbiamo già accertato che ci sono state delle vittime. Un
papà con due figli, residenti nella frazione di Altavilla, sono provati
ad uscire di casa per cercare autonomamente in una stazione di servizio
alla ricerca di un gruppo elettrogeno. Uno dei due figli è tornato
indietro per lanciare l'allarme, gli altri due sono rimasti vittime
della bufera. Ci sono malati e feriti in condizioni gravi e persone di
cui non abbiamo notizie da giorni perché hanno scelto di restare nella
loro casa, magari vicino all'azienda agricola. Il nostro Comune ha
bisogno della massima visibilità possibile per poter riuscire a smuovere
ulteriormente la macchina dei soccorsi. Gli sforzi straordinari
profusi, da soli, non bastano».
Il cittadino spiega che la situazione è allarmante sotto vari punti di
vista, primo tra tutti la gestione dei soccorsi. «Manca una copertura
telefonica da otto giorni. È quasi impossibile coordinare i soccorsi.
Provate ad immaginare cosa significhi operare in emergenza senza aver
modo di sapere cosa accade. Accadono scene surreali: tre squadre che
vanno nello stesso punto dove non c'è bisogno di aiuto e persone che
provano a mettersi in salvo da sole e muoiono. La fornitura elettrica è
out e non c'è un coordinamento del trasporto dei gruppi elettrogeni,
senza i quali le caldaie non partono. I gruppi di emergenza forniti da
Enel restano senza benzina perché non esiste un piano in grado di
sopperire ad una emergenza su vasta scala. Subiamo la solitudine dei
media, del governo e delle istituzioni che non fanno altro che scusarsi
per il disagio».
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